Brutta caduta dell’export di vino italiano negli Stati Uniti nel 2020, ma per Unione italiana vini si prospettano ampie schiarite a partire dai prossimi mesi sul primo buyer al mondo, per effetto di un rinnovato atlantismo e per gli stimoli all’economia annunciati dalla nuova amministrazione Biden.
Secondo i dati ufficiali europei, il 2020 negli Usa si è chiuso per l’export italiano con un calo a valore del 6% (a 1,425 miliardi di euro) e un significativo decremento del prezzo medio (-5%). A perdere sono in particolare gli spumanti, che dopo anni interrompono la loro corsa negli Usa, complice in particolare al Prosecco (-9%). Giù anche i fermi imbottigliati (-6%).
«Il dato – dichiara Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv – è negativo, come previsto, ma a consolare, più della crescita delle quote di mercato ai danni della Francia per l’effetto combinato dell’emergenza sanitaria e dei dazi aggiuntivi, sono le prospettive all’orizzonte nel nostro primo mercato della domanda di vino».
«Le reciproche aperture – prosegue Castelletti – per una risoluzione della questione Boeing-Airbus per sospendere le guerre commerciali incrociate e l’avvio del dialogo in materia di Digital Tax con la possibilità di accordo multilaterale fanno ben sperare».
«Altrettanto importante – conclude il segretario Uiv – sarà l’approvazione al Senato americano del piano da 1,9 trilioni di dollari per il rilancio dell’economia statunitense messo in piedi dalla nuova presidenza americana. Una “manovra” che potrebbe rilanciare l’economia americana e quindi i consumi nei prossimi anni».
Secondo Uiv sarà fondamentale per il Governo italiano favorire il processo di rilancio della partnership con gli Stati Uniti attraverso un duplice impegno: in ambito Ue per la sospensione dei dazi e a livello di G20, presieduto dall’Italia, per trovare intesa su Digital Tax. Contestualmente, in attesa del rilancio dei consumi sarà necessario investire sul mercato americano attraverso le risorse della promozione e del Patto per l’Export.
Su questi due fronti Uiv attende un cambio di marcia, nel primo caso con l’intervento del ministro alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, in materia di semplificazione della misura dell’Ocm Promozione; nel secondo con il rilancio del “Patto per l’export” dove ancora il vino non ha trovato una sua specifica azione di piano di comunicazione istituzionale.
Per Andrea Sartori, Presidente di Casa Vinicola Sartori, sarà inoltre decisivo gestire al meglio i 2,5 miliardi di euro per l’agricoltura sostenibile previsti dal Recovery Plan. «Il futuro del nostro Paese – dice Sartori – dipende da come questi fondi verranno utilizzati con il fine di promuovere il consumo dei nostri prodotti, la sicurezza alimentare, valorizzando anche la sostenibilità ambientale. L’obiettivo è quello di riportare l’agroalimentare al centro dell’economia italiana come motore del Pil».
A preoccupare infatti non è solo l’export ma anche il calo dei consumi interni. «A causa delle restrizioni imposte – prosegue Sartori – sono stati persi 11,5 miliardi di euro in vendite di vino e, sempre nel 2020, circa 200 milioni di bottiglie di vino non sono giunte sulle tavole dei locali, per non parlare del ridotto consumo dei prodotti alimentari. Auspichiamo al più presto, quindi, che ci sia una riapertura delle attività quali bar e ristoranti, anche nelle ore serali».
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